Saturday, March 31, 2007

SORRISO DIVINO - DIVINE SMILE


SORRISO DIVINO - DIVINE SMILE

Quando si dice il potere universale del sorriso e della pace interiore.

"Quando arrivai al tempio mi sedetti e sorrisi. Ogni cosa entra al suo posto". Sono queste le parole che mi hanno fatto a mia volta sorridere, nel leggere la storia di Steve Cooper, giovane uomo inglese di Londra ovest che ha scoperto in India del nord la sua deità, dove è divenuto onorato e rispettato come una reale incarnazione della divinità induista Bahucharaji, patrono degli eunuchi.

Per alcune credenze religiose e spirituali gli esseri umani nascono e muoiono, ma il loro spirito non muore e ritorna in future vite successive. La stessa cosa potrebbe accadere anche per le divinità, indù in questo caso. Steve Cooper è stato riconosciuto una di queste reincarnazioni divine.

Quando tutti noi apriremo gli occhi e ci accorgeremo che anche noi tutti abbiamo una parte divina dentro di noi? Quando ogni essere umano comincerà a rispettare il proprio simile, altro essere umano, di fronte a noi ma sempre tutt'uno con il nostro spirito individuale? Quando cominceremo a trattarci uno con l'altro come esseri degni del rispetto e di amore divino?

Marco

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/
03_Marzo/30/india_inglese-dio.shtml


http://www.thesun.co.uk/article/0,,2-2007140831,00.html


FOR THE ENGLISH VERSION:

When they say about the universal power of smile and of inner peace.

"When I first came to the temple, I sat down and smiled. Everything feel into place". These are the words that made me smile too, when reading about the story of Steve Cooper, young english man of west London that discovered in north India his divine being, where he is honoured and respected as a real incarnation of the hindu goddess Bahucharaji, patron saint of the eunuchs.

For some religious and spiritual beliefs human beings born and die, but their spirit does not die and comes back in subsequent future lives. The same thing could happen also for divine entities, hindu in this case. Steve Cooper was recognized one of these divine reincarnations.

When we all will open eyes and we will realize that also we all have one divine part inside of us? When each human being will start to respect ours fellow man and woman, other human being, in front of us but still one thing with our individual spirit? When will we start to treat each other like beings worthing the respect and divine love?

Marco


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/
03_Marzo/30/india_inglese-dio.shtml


http://www.thesun.co.uk/article/0,,2-2007140831,00.html

12 comments:

Anonymous said...

(Grazie per gli auguri.)

Ti chiedi "quando?" ma sai già che non c'è una risposta. Almeno, non in questa parte del mondo.

Se si prova ad offrire un sorriso, spesso si viene fraintesi, a causa di quel maledettissimo proverbio, che recita "Risus abundat in ore stultorum", pensiero acrimonioso di un vecchio inacidito brontolone bavoso, immerso e anche - spero - affogato nella sua tuttologìa.

Io testarda, ci provo ancora, ma mi accorgo che il sorriso che tento di regalare alle altre persone è sempre più sbiadito, come se le parole e i visi duri di chi, di rimando, ti vuole insegnare che la vita è difficile ("Ma come fai a non accorgertene, eh?"), lo lavassero ogni volta, una sorta di programma stone-washed per rendere stinto un tessuto di jeans, per farlo finalmente risultare à la page.

Perfino l'inglesino è dovuto emigrare in India - lontano dalla pesante e a tratti insopportabile "saggezza" latina - per trovare il proprio sorriso e, soprattutto, chi ne capisse la bellezza e lo elevasse alla dignità che merita.

D'altro canto, però, non bisogna sottovalutare che un sorriso comunque non risolve il problema (anche se può aiutare ad affrontarlo) e, quindi, andare oltre.
Per non rischiare di sottomettersi passivamente ad una vita terribile nella prospettiva di una, successiva, migliore.
Questo è un grosso limite nell'accettazione tout court della metempsicosi, che parla tanto di parti divine interiori, ma le attribuisce ad un unico uomo, su migliaia.
E gli altri?
L'inglesino adesso è considerato una reincarnazione, ma dubito che sia stato l'unico a sorridere, in quel tempio.
E gli altri?

E allora ben venga la deificazione di un sorriso, ma rispettando anche i sorrisi altrui.
Ben venga il rispetto verso un uomo che ha trovato la sua via, ma aiutando anche tutti gli altri che, nello stesso momento, stanno vendendosi i reni, le cornee e i litri di sangue per poter comprare cibo per sé e per i propri figli.

Ben contenta per l'inglesino, ovvio, gli vada un mio sorriso felice.

E milioni di sorrisi compassionevoli a chi, pur essendo entrato nel tempio, ne è uscito perdente.

Anonymous said...

Cara Cin,

io penso che lo Spirito umano individuale, quello che alberga in ognuno di noi esseri umani, sia immortale tanto per l'inglese Steve Cooper quanto per tutti quanti.

Il suo caso è solo un pretesto che ho preso, divertente nella sua singolarità, per parlare a tutti noi della possibilità di andare oltre gli stereotipi della vita quotidiana, di scoprire nuovi valori, di riscoprire alcune antiche verità spirituali quali la reincarnazione.

Si, perchè la reincarnazione dello spirito non è creduta solo in oriente, ma anche in occidente, anche se gli studiosi e gli autori che maggiormente ne hanno approfondito la natura non sono conosciuti alla massa delle persone, ma ci sono.

Quindi anche se in quel momento all'uscita del tempio qualcuno si porterà ancora con lui i problemi che lo accompagnavano all'entrata, questo però non impedisce al suo Spirito di avere la possibilità di ritrovare il sorriso della vita, se non in questa vita in un'altra vita succesiva.

La reincarnazione è per tutti gli esseri umani, non per alcuni in particolare soltanto.

Ciao! Buona domenica.

Marco cuore_vivo

Anonymous said...

grazie marco per le belle cose che mi hai scritto e a proposito del sorriso ti assicuro che per quanto mi riguarda il sorriso è vita !se non esistesse toccherebbe inventarlo... io personalmente morirei mi ha aiutato molto in tante situazioni e ne ho uno sempre pronto per tutti: Il dono del sorriso che sicuram. conosci se non lo conosci te lo scrivo ls pross volta!

Ciao a presto, un sorriso :))))

Anonymous said...

Bel post...
Ora ti risp al tuo commento sul mio blog: Mi ricordi la parte finale dei Diario di Bridget J. ti ricordo che lo citai in un mio post e scrissi qualche settimana fa un articolo sulle donne invitandole a piacersi così come sono, traendo ispirazione proprio da quella frase, non mi ricordo se l'hai letto, mi pare che in quei gg avessi problemi col pc, un bacio marco a presto!

Anonymous said...

Mah, io rispetto tutte le convinzioni e bla bla bla...ma penso che dopo la morte del corpo non ci sia nulla dopo e non lo considero una cosa così drammatica.Ma su questo delicato argomento cambio spesso idea, in questo momento mi sento poco spirituale.
La mia è una curiosità fine a se stessa ed anche un tantino morbosa, ma volevo chiederti come sei arrivato al mio blog?
Un saluto, ripassa quando vuoi e grazie del passaggio.Guiro.

Anonymous said...

Ciao,
Mi chiedevo che fine avessi fatto...
Non cerco di impormi quindi non ti cerco, ne ti rompo l'anima, cmq leggerti è sempre un piacere....
Un bacio
Anna

Anonymous said...

OGGI HO SCRITTO UN POST SULLe DONNE... DI GESù...

Anonymous said...

quello che ho ricevuto stanotte è il commento più bello che tu mi abbia mai scritto, sono commossa e te ne sono grata.
Un abbraccio caro Marco, a presto!

Anonymous said...

francamente non so come sei riuscito a partire da quel ciarlatano di steve cooper per arrivare alla domanda fondamentale "quando gli uomini saranno degni dell'amore che Dio ha dato loro?", comunque complimenti! anche per la versione inglese

Anonymous said...

Uccabarucca,

non ho scritto tanto "quando gli uomini saranno degni dell'amore che Dio ha dato loro?" quanto piuttosto "Quando cominceremo a trattarci uno con l'altro come esseri degni del rispetto e di amore divino?".

Il senso della frase e del pensiero, nella mia mente, è quello che sono proprio gli stessi esseri umani a possedere come qualità intrinseca ancora sopita, ma potenzialmente presente, la possibilità di amore, la possibilità di amarsi uno con l'altra/o di amore divino, presente esso stesso nella scintilla di divinità propria di ogni essere umano.

Tale essendo la fratellanza che lega l'essere umano a Dio.

Marco

Anonymous said...

Uccabarucca,

aggiungo solo, avendolo dimenticato di scriverlo nel messaggio precedente, che Dio non ha bisogno per amarci di amore divino non aspetta il nostro risveglio o un nostro segnale. Lui ci ama e basta. Tutto il resto è in attesa della nostra libera iniziativa, essendo proprio insita in questa libertà di decisione e di azione (o omissione) la dignità umana propria degli umani.

Marco

Anonymous said...

Uffa! La fretta di scrivere e la sbadataggine di non fare la lettura di quello che uno scrive.

Un errore nel mio ultimo messaggio, che qui ripropongo corretto.

Ciao!

Marco

...

Uccabarucca,

aggiungo solo, avendolo dimenticato di scriverlo nel messaggio precedente, che Dio per amarci di amore divino non aspetta il nostro risveglio o un nostro segnale. Lui ci ama e basta. Tutto il resto è in attesa della nostra libera iniziativa, essendo proprio insita in questa libertà di decisione e di azione (o omissione) la dignità umana propria degli umani.

Marco